Con
oggi sono 59 anni che "col movimento iniziato ufficialmente il 7 marzo
1965 (con l'entrata in vigore della "Inter Oecumenici") il volgare entrò
praticamente in tutte le parti della liturgia, con un processo
progressivo e celere. Vi fu un cedimento o addirittura un travisamento
delle disposizioni conciliari? Alcuni lo affermarono (e lo affermano)" Annibale Bugnini, pag 121 La Riforma Liturgica (1948-1975), 1997, CLV Ed. Liturgiche.
Così
S.E. Mons Bugnini presentava il "passaggio". Le Commissioni fecero un
lavoro accurato, in collaborazione con le Commissioni Liturgiche
Nazionali scrive sempre lui, tuttavia in Italia il Messale Romano non fu
confezionato dalla Commissione Liturgica Nazionale perchè secondo
quanto riporta mancò di iniziativa, "ma fu incaricato "in extremis" dal
Papa Paolo VI il "Consilium" che vi occupò tre mesi (febbraio-aprile) di
intenso lavoro. (cfr. pag 115).
Per
i Sacramenti, i criteri per l'introduzione della lingua volgare erano
assai larghi: ne erano esclusi solo gli Ordini Sacri, eccetto le
allocuzioni e le monizioni. Ma ne parlo (QUI)
Pubblicato il Messale Romano ci si rese conto che il Canone Romano era rimasto inviolato anche per la sua difficile traduzione in volgare in special modo della congiunzione latina "Enim" volta per motivare l’affermazione precedente: enim Corpus Meum nella parole della Consacrazione Eucaristica. (nota 26, pag 120)
"Se tutta la messa si fosse celebrata nella lingua materna e il canone fosse restato in latino, sarebbe stato come spalancare all’ospite tutte le porte di casa, ma chiudergli il cuore", per cui due anni dopo nel 1967, fu pubblicato con non poche polemiche un inserto con il Canone Romano in volgare. (pag 120).
Il Messale del 1965-67 con tutte le orazioni sono tutte tradotte in un ottimo italiano, la lunga Riforma Piana iniziata il 28 maggio 1948 con la nomina della Commissione per la Riforma Liturgica che iniziò con lo sfoltimento delle Rubriche, il taglio delle venerabili Vigilie, Ottave e Settimana Santa (= Messale Romano del 1962) è conclusa anche se non del tutto pacificamente, così come riporta lo stesso mons. Bugnini.
Ma,
rimandando alla domanda iniziale, ma se tutto è compiuto compresa la lingua del culto non più in latino ma in italiano, perché sovvertire la Divina Liturgia consolidata nei millenni con un Nuovo Messale Italiano (e nuovi Rituali)? La risposta ce la da lo stesso
mons. Bugnini, a cui almeno va il merito di averci lasciato con Pio XII
la Sesta Edizione post Typica del Messale Romano stampato l'8 settembre
del 1952 nella sua integrità.
"Rincresce
sempre dover mettere le mani su venerandi testi, che hanno per secoli
alimentato, e con tanta efficacia, la pietà cristiana, ed hanno il
profumo spirituale delle età eroiche degli albori della Chiesa;
soprattutto è malagevole ritoccare capolavori letterari di una forma e
concettuosità insuperabili. Ciò nonostante, fu ritenuto doveroso
affrontare il lavoro, perché nella preghiera della Chiesa nessuno
trovasse motivo di disagio spirituale" (pag 130). Quindi la colpa se così si può affermare era del "disagio spirituale" che veniva arrecato: da cosa? e soprattutto a chi?
Vi lascio
quindi al Messale anzi, ai Messali, uno feriale uno festivo per i
sacerdoti già Ordinati che volessero approcciarsi al Rito Romano nella sua integrità ma al ritroso.
Messale Romano in italiano 1965 Domenicale